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lunedì 28 novembre 2016

33° Firenze Marathon


Eccomi qui in toscana, domenica 27 novembre, nientemeno che a firenze per la maratona, ultima sciagurata gara a esattamente tre mesi dalla faticaccia fatta a vichy. Disceso con quei due biscari di amos e daniela, compagni di merende, il giorno prima, sono qui per piazzare la mia stoccata, dopo una preparazione quasi da atleta, si fa per dire; oh, io l'impegno ce l'ho messo. Alle sei e quaranta già a far colazione, il giusto, mica che poi mi tocca espellere il superfluo lungo il tragitto. Raggiungo piazza santa maria novella, dove mi cambio e consegno il pacco gara. Mattinata bella, temperatura giusta e dovremmo avere il sole. Inizio il riscaldamento in zona partenza, hanno scomodato piazza del duomo addirittura; ci siamo quasi, entro nella mia gabbia, e attendo con i circa diecimila partecipanti lo start.Otto e trenta e via, si fa per dire, io sono dietro e devo aspettare che il mega serpentone si muova. Ci siamo e inizio a correre, e cerco di farmi strada prendendo l'andatura prefissata, così so subito di che morte morire. Tanto pubblico a vedere, bello! Dritto come un fuso raggiungo dopo quattro km i palloncini delle tre ore e trenta, li svernicio e mi dileguo. Tutto sembra ok, sono costante.  Macino km concentrato sulla performance, tendo a scappar via, mi devo limitare, altrimenti poi son dolori. Intorno al diciottesimo, sono alle costole dei pacemaker delle tre ore e quindici, e lentamente li lascio alle spalle. 
Passaggio nel centro storico, e metà gara è andata, ora il gioco si fa duro! Vediamo se sul lungo ci sto dentro. Tanti i runners qui che vogliono fa bene, bravi, certo che corrono questi. Il percorso suggestivo, sempre comunque in città, non è certo indicato per strappare il personale, per via di impercettibili pendenze, curve e strade spesso di diverso fondo. Passato il trentesimo km, assoldato che il fiato c'è, si tratta ora di gambe. La fatica inizia a emergere, ma l'assecondo bene, riesco a tenere un buon passo. Eccomi al trentacinquesimo, da qui in poi un mistero. Trentottesimo, dai che ci siamo, azz cavalcavia impegnativo, giù la testa, passo corto ed è domato; conseguente discesa e ci infiliamo in un rettilineo alberato; sono quasi al trentanovesimo, e senza preavviso, inizio ad accusare il colpo, le gambe cominciano a non rispondere più, la destra soprattutto, inizio a sentire fastidio a livello muscolare. Il tempo al km si alza, quarantunesimo e l'odore del traguardo e nell'aria, arrivarci però è dura; di testa ci sono, energie anche, ma la gamba è messa male. Folla oceanica, segno che ormai è fatta, reagisco e accelero, piazza del duomo è lì, mi rilasso, ultime falcate e chiudo la maratona. Medaglia al collo, bottiglia di sali e acqua e mi ricarico al sole in piazza della repubblica. Incontro facce conosciute, due chiacchiere veloci e via a cambiarmi. Bella location direi; alla fine, nonostante l'intoppo negli ultimi 3/4 km, è andata bene, non è stato facile , nelle condizioni in cui ero, raggiungere un tale risultato, direi una esperienza positiva. Chiudo i 42,195 km alla 853esima posizione in 3:13'28''.

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