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venerdì 10 maggio 2013

Triathlon Sprint Andora 2013

Il 5 maggio apro la stagione del triathlon con lo sprint di andora, la 22esima edizione. Appuntamento alle 7:30 con una parte della ciurma davanti al negozio di bici per organizzarsi con le macchine e partire. Qui faccio conoscenza con il fortissimo isacco, di un altro pianeta per capirci. Le bici sui due furgoni e io in macchina con luca e claudio, anche loro alle prime armi in questa disciplina. Arriviamo sulla costa verso le 10:30, nuvoloso, non promette bene il tempo. Parcheggiamo e troviamo subito molti altri ossigenati, e il presidente che fissa già l'ora per il giro di ricognizione in bicicletta, mica si scherza qua, si fa sul serio. Ritiro del pacco gara, numero 552, ci cambiamo, e via in bici e inizia a piovere. Perlustriamo un pezzo del falso piano, la salita prima dell'arrivo e conseguente discesa e il passaggio stretto assai pericoloso. La parte in bici me la dovrò completamente inventare. Si mangiucchia qualcosa, la gara è alle 14:00 e attendiamo in zona gara. C'è veramente tanta gente iscritta, è la prima prova del campionato italiano. Io sono nell'ultima batteria, quella degli sfigati. Vado alla spunta e posiziono la bici e tutto il necessario con cura, non devo traslasciare nulla. Deposito la borsa e indosso la muta, e spreco metà delle energie che servirebbero per la competizioni. Come tante foche, noi del team oxygen ci riuniamo per una bella foto ricordo. L'attesa è veramente snervante e ho freddo, chissà l'acqua del mare che incubo. Briefing di rito dell'organizzazione e via verso la spiaggia nelle zone assegnate. Prima le donne poi noi a seguire con un ritardo di 3 minuti tra una batteria e l'altra. Il mio gruppo è quello più numeroso, sarà difficile nuotare. L'attesa finisce e il fischio del giudice da la partenza. Si entra in acqua direzione mare aperto, i primi 30 metri si cammina e poi via a sbracciare; è un casino, mi porto all'esterno per nuotare meglio, pazienza se farò metri in più. La muta tiene caldo ed è un sollievo, posso concentrarmi sul nuoto. Imposto il mio ritmo e lascio la prima boa alla destra, ora viaggio parallelo alla costa. Piove, ma le onde sono gestibili. Ogni tanto qualcuno perde la rotta e mi taglia la strada. Giro la seconda boa e punto il "bagno maria". Non uso le gambe, appesantite dalle attività dei giorni scorsi, mi serviranno dopo. Rush finale, mi rialzo e cammino fino fuori dall'acqua, in fila sugli scalini e via in zona cambio. Lucidissimo trovo la mia postazione. Via timer e chip, e ora la muta. Afferro il cordino della zip dietro la schiena e tiro; non scende, sembra bloccata, riprovo con maggior forza, niente, non si sposta di un centimetro e i secondi passano. No panic! Provo a levarla così, ma è impossibile. All'orizzonte si preannuncia un ritiro. Tento ancora, macchè, che barba, sono bloccato!!! Che faccio? La mia gara è già termitata, dopo dodici minuti e tre ore di auto! Ormai non c'è quasi più nessuno. Son passati diversi minuti e a pochi metri da me chiedo soccorso a uno degli ultimi a costo di squalifica. Con tenacia si prodiga sulla lampo e dopo un ulteriore minuto di maneggio, mi libera da questa scena fantozziana. Lo ringrazio infinitamente per il gesto, mi preparo per l'incubo bici. Solitario inizio la prima metà del percorso in falsopiano leggermente in salita, sotto una pioggia battente. Lascio la località marina per l'entroterra, pedalo, ma che fatica! Vedo gli altri che fanno il percorso a ritroso, eh, vanno forte! Questo pezzo non finisce più, le gambe durissime non aiutano. Finalmente giro per tornare indietro, rapportone e via, lo spettro della scopa è in agguato, occhio a non cadere. Ecco lo strappo prima del cambio, tranquillo scollino e affronto la pericolosa discesa; uso abbondante dei freni, non ha senso rischiare, è un attimo ad andar a misurare la strada. Terza frazione, deposito la bici e il resto, e parto con la corsa. Il mal di schiena che aspettavo arriva, le gambe per correre ci sono. Il circuito da seguire è regolare, tra le vie del borgo e il fiume che muore nel mare. Il primo lap va via svelto, non sono veloce; anche se ho fiato, il dolore appena sopra il lato b non mi permette di cambiare il passo, fondamentalmente viaggio trenta secondi sopra il mio standard. Giro conclusivo sotto un pallido sole, vedo qualche runners raggiungibile e richiamo lo sforzo che c'è in me. Spaccato in due li prendo lato fiume e vado a chiudere di buon passo. Il ristoro mi attende, ecco gli altri compari, un bel piatto di pasta e altre leccornie. Festeggiamo pure il compleanno di max con lo spumantino, ci vediamo le premiazioni, con una nostra lady sul primo scalino del podio di categoria, cosi come isacco, tra l'altro settimo assoluto, che potenza! Complimenti. Soddisfatti tutti per la giornata, divertente, si torna a casa. Che dire della mia gara; l'intoppo tecnico ha pesato tanto sul piazzamento finale, il tratto a nuoto è andato alla grande, ringrazio la nostra terminator elena; per il resto, tutto e bene quello che finisce bene, esperienza in più accumulata e poi si sa, un triathlon va fatto e contestualmente dimenticato. E ora, dai daiiii, sotto per il prossimo, prima che mi esonerino dal team oxygen!

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