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martedì 5 agosto 2014

Triathlon Olimpico Bellagio / Ghisallo

Trasferta a bellagio e ghisallo questa domenica 3 agosto per il triathlon olimpico. Ennesima sveglia all'alba, cielo grigio, oggi vedremo i sorci verdi, sicuro. Piccola deviazione nel tragitto, devo caricarmi la lince delle alpi, lato francese, anche lei protagonista nelle tre specialità. Arriviamo a ghisallo in largo anticipo, otto e diciassette, temperatura intorno ai quindici gradi, venditori di gelati assenti. Questa è la zona t2 e di arrivo, per la t1 bisogna scendere a valle per nove km con la propria bici. Arriva anche carlo in dolce compagnia e procediamo con il ritiro del pettorale/pacco gara all'interno del bel museo del ciclismo. Sullo stesso belvedere fa bella figura la cappella della madonna del ciclista, e vista la giornata, molti atleti si prostrano fantozianamente al suo interno, carlo è uno dei primi. Ritorno alla macchina e "ma chi è quel minchione che ha parcheggiato così!?!?" ops ecco la carrozzeria appena arrivata, dario e gabriele, punte di grido del team oxygen. Incontro anche robi, del cusiocup, al suo primo olimpico. Oggi i sacchetti di plastica si sprecano, per riparare qualsiasi oggetto dalla pioggia. Entriamo in zona cambio a sistemare le scarpette e diamo al furgone il sacco rosso numerato con dentro il necessario per la zona T2 a bellagio; si, non ci si capisce niente, ma vabene così. Arriva anche alberto, noto come il principe, non in perfette condizioni fisiche. Assumiamo energie, ci cambiamo, ricomponiamo l'assetto da guerra e intanto piove. Addobbati da omino michelin guadagnamo la zona partenza e la discesa in bici, che non faremo in gara, è da brividi; certi tornanti, per non finire a leccare il terreno, si fanno a passo uomo. Ecco il porto di partenza, angusto, strappato alle acque del lago. Attacco il rottame al palo e attendo il sacco rosso. Arriva il furgone, gara del lancio del sacchetto, e vai di muta, finalmente un po' al caldo. Pochi minuti a mezzogiorno, diluvia, e in questo giorno di novembre, ops agosto, siamo pronti a partire; un giro solo antiorario, il lago è tranquillo. A mollo si sta bene, si andrà paralleli alla riva, io mi porto al largo e ritrovo il wallaby anthony...mmm, qualcosa sto imparando. Schermaglie consuete tra noi e le giubbe rosse, rullo di tamburi e l'orchestra inizia a suonare. Un fronte di duecento metri avanza verso la prima boa, ho la via libera, niente scazzottate, rimango all'esterno e procedo tranquillo. Tengo d'occhio la situazione, ogni tanto alzo la capoccia per correggere la rotta, e ci siamo, lascio la prima boa leggermente a sinistra in quanto la prossima non è perpendicolare alla riva. Temperatuta giusta, pilota automatico e le braccia girano senza fatica. Le posizioni sono ormai delineate, poco concentrato curvo a gomito e affronto il lungo rettilineo finale, l'arco, se pur piccolo, sempre a far economia, si intravede. Dai dai, una bella frazione finale ci sta bene, e invece rimango tranquillo nel mio brodino, fino agli ultimi duecento metri dove per prima cosa allungo per togliermene quattro o cinque che mi danno fastidio e in seconda battuta per strappare una sufficienza sulla disciplina. Esco dall'acqua, corsa verso t1 e andare a misurare i gradini e un attimo, sfilo la muta, tutto regolare, prendo il sacchetto rosso, calze, scarpe, riprendo la muta, occhialini e cuffia, ributto tutto nel sacco, raccolgo le cicche di sigarette, ramazzo per terra, così ci hanno detto di fare, indosso quanto mi serve ed esco dalla zona cambio. Salire in sella è un dramma, una salitona costringe a scavare nell'inteletto per come agire; qualcuno corre fino in cima per saltare alla garibaldina, pochi partono al primo colpo, io utilizzo il muro come appoggio, e me la cavo. Piove che dio la manda, le strade sono un lago. I primi dodici km direzione como sono piatti, visibilità precaria, e procedo abbastanza bene, mi passano in pochi, poi curva gomito verso sinistra e iniziano i dolori per me, tredici km di salita, e parte il carosello, sembra la scena di amici miei, quando i quattro bischeri sono sui binari della stazione a dare schiaffoni a chi è affacciato al finestrino. Ne prendo tanti anche questa volta; al sedicesimo km super carlo mi svernicia, "solo un minuto dietro di me ti concedo" mi dice, pochi secondi dopo è già sparito; mi serve un rapporto più agile, ma sono andato in economia e adesso la pago cara. Si sale, piove forte, nuvole basse, sembra di essere in quei tapponi del giro che si vedevano una volta in tv. Pubblico assente salvo, se si può considerare tale, qualche tizio fuori dal bar che è uscito per fumare una sizza e non si pone domande. Al ventesimo km vengo scosso da un "ciao" squillante, è la compare di merende kienzler! Un tono di sfida, mi fa i fari, mi sta provocando, sa che sta sparando sulla croce rossa, mi affianca e pochi secondo dopo sparisce nelle nuvole. Questa me la segno. Finalmente scollino, e ora dieci km di discesa, come camminare sulle uova. Passo da lumaca, fa troppo freddo, le mani non le sento più e in alcuni tratti l'asfalto è rattoppato alla belle meglio; al trentesimo km non sento più i piedi, e tremo come una foglia, proseguo perchè la testa funziona più che bene. Sono in compagnia di una lady, proseguiamo insieme. Al trentaduesimo son li che calcolo quanto manca alla fine di questo downhill, e la prendo bene, solo tre km, in fondo, l'ottimismo voolaaaa!! Ultimi sei km in leggera salita, qui prendo un oxygen in difficoltà, lo incoraggio, manca poco al t2. Finalmente sono a ghisallo, appendo la bici, metto le scarpe e parto a correre, arriva anche il principe, due giri. 
Sensazione stranissima, sembra di essere senza piedi, il freddo gioca brutti scherzi! Primo km su asfalto, non regolare, tutto un su e giù, poi entriamo in un tratto cross-country, il mio pane, guadi da attraversare. pozze, tratti di fango fino oltre la caviglia, alligatori che potrebbero spuntare da un momento all'altro; manca solo il tenente foley "Da dove vieni, figliolo?" "Dall'Oklahoma, signore!" "Beh, figliolo, due cose vengono dall'Oklahoma: i tori e le checche..tu cosa saresti?... Beh, io non vedo le corna...". Poco dopo il secondo km, raggiungo robi che cammina, sta facendo il secondo lap, rallento e mi viene dietro e la buttiamo in caciara fino alla sua conclusione. Ultimo giro, incrocio carlo che sta concludendo, vado in progressione, mi sto divertendo, raggiungo ancora la zona tropicale e come una gazzella saltello qua e là sul sentiero, se si può chiamare tale. Ultimo km su asfalto, saluto la cappella dei ciclisti con un sobrio gesto dell'ombrello, pochi metri e il bing bang dice stop! Peccato, un altro paio di giri li avrei fatti volentieri! Robi e li e mi da un cinque. Al ristoro un po' di te caldo, grandi! Aude e carlo arrivano, bardati con la mantellina argentata, che ridere, sembrano dei profughi. Siamo conci da buttare via, torniamo alle macchine, riprendiamo e sistemiamo l'attrezzatura e andiamo a docciarci, e l'acqua è gelata, ma cribbiooo, mi consenta! Intanto è uscito un timido sole. Di nuovo al museo della bici per le premiazioni, la compagna di avventura, manco a dirlo, sale sul podio di categoria, che brava!! Qui le sue parole a caldo:
J’aurais appris deux choses ce week-end :
1) C’est possible de faire du vélo sous la pluie
2) Cela n’a aucun intérêt !
Mis à part le vélo, horrible avec 2 cm de flotte sur la route, une pluie battante ininterrompue, et un froid de canard dans la descente, le reste de la course s’est plutôt bien passée: une natation agréable avec un lac assez calme, et une course à pied version « cross » très sympas ! J’ai adoré ; très probablement des réminiscences de gamine heureuse de patauger dans la boue, avec la bénédiction de tous ; non seulement tu peux le faire, mais en plus ce jour-là tu le dois…  
Au bilan ce triathlon doit être magnifique lorsqu’il fait beau, et les vues sur le lac superbes. A refaire donc, avec le soleil….

Mitica Aude!
Salutiamo la carrozzo family. Pasta party e ci rilassiamo un attimo, siamo rimasti in pochi. Giornata lunghissima, e ora di prendere la via di casa. Ops, la mia macchina non parte, ma questa è un'altra storia. Che dire, con questa prestazione penso di aver toccato il fondo, punto. Ora un po' di riposo.

1 commento:

  1. Un resoconto... fenomenale: mi sono sbellicato dalle risa, sebbene abbia beccato anch'io una vagonata d'acqua facendo foto in attesa della moglie... :)
    Magari ci vediamo a fine mese a Malgrate ;)
    Ciaoo

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