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lunedì 19 agosto 2013

Garmin Triathlon Olimpico Cernobbio

Cernobbio sul lago di como ospita oggi domenica 4 agosto il triathlon olimpico. Giornata caldissima e sole a picco e, neanche a dirlo, il fiscio di partenza è intorno alle tredici. La logistica funziona bene, parcheggio in un bel parco all'ombra, nelle vicinanze del palazzetto dove si ritirano i pettorali. Mangio un panino, prendo su tutto e vado in zona cambio; pensavo ad una gara con pochi intimi, invece siamo tanatissimi. Le partenze sono scaglionate, in base al ranking, io ovviamente sono nell'ultima. Posiziono bici e tutto il necessario, la muta è vietata, saluto gli altri compari del team e vado in perlustra; bella piazza cernobbio! saggio l'acqua, giusto due bracciate per rinfrescarmi, c'è una caldazza mica da ridere. Appollaiato sotto un'alta siepe in ombra, aspetto con altri ossigenati il turno di partenza. Le ladies sono le prime a smuovere le acque. Ora le batterie uomini distanziate di tre minuti; arriva il mio turno e via; solita tattica, defilato per evitare la tonnara, a costo di allungare di qualche metro il tragito. Puntiamo verso la sponda opposta, dove è posizionata la prima boa; ritmo regolare e bracciata lunga, bene così. Giro di boa, ora si costeggia cernobbio, l'acqua è talmente torbida che non si vede a più di un metro di distanza, una palude; metà frazione ma non sto nuotando bene, sono in linea con gli altri e punto all'ultima boa che ci farà virare verso il T1. Giro stretto e aumento la frequenza come altri; tengo botta e un paio che mi insidiano mollano la presa, io ero li li per farlo. Esco e scatto a prendere il bolide rosso per i 40 km di bici. Cincischio un pò come al solito in zona cambio, e parto a pedalare; primo tratto in piano, poi subito un falsopiano e via al giro di boa che ci porta nel circuito da compiere per due volte. La scia è consentita, vengo sballottato da dei TGV pazzeschi, io posso solo immedesimarmi in artemio, il ragazzo di campagna, e vederli passare, il treno è sempre il treno!. Passa un espresso, mi aggrego e i km volano; il percorso è nervoso, la prima parte sale e siamo alti rispetto al lago, poi il ritorno lambisce la costa. La pendenza mi fa perdere contatto, ma appena la pendenza torna a favore sono li nei tubi di scarico. Sulla salita che porta al secondo lap, incrocio con una triathleta danese, roba da far cadere la mascella, e perdere il gruppo; lei tira dritto, noi per l'ultima virata. Giù la testa per l'ascesa, devo limitare il gap con gli altri. Scolliniamo, via a tutta per l'ultimo tratto misto ma veloce. Appendo la bici, via l'inutile, infilo le scarpe e inizio a correre. Il caldo si fa sentire, ma dopo domenica scorsa, sono vaccinato. Subito una bottiglietta d'acqua, 10 km con questa temperatura può costare cara.
Tre giri tosti, pure qui hanno messo delle salite e zone in sterrato. Le gambe sono buone, ritmo giusto, comincio una piccola rimonta; scocca il primo round, ho memorizzato il percorso e le insidie. Il ristoro è uno solo, troppo poco, e molti si lamentano; prendo due  bottigliette d'acqua, una me la sgolo, l'altra di emergenza. Amministro bene le forze, molti a passo d'uomo, colti da allucinazioni e cori angelici. Ultimo giro, il punto ristoro è in crisi; bevuta fugace e il grosso è fatto. All'ultima salitina attacco e spingo, svolta a destra e a tutta fino al traguardo, chiudendo bene la frazione. Ristoro meritato con  acqua e banana, una fetta di anguria e due chiacchiere con il resto della ciurma. Tiro su i bagagli, lavaggio veloce, e ritorno in zona premiazioni per un buon pasta party, dove è più facile reperire birra che acqua! Bell'olimpico, mi son proprio divertito, ci sarò anche il prossimo anno.

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